Roghi

Roghi è un romanzo scritto da Franco Zizola e pubblicato da Lunargento nel 2013.
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Trama

Filippo e Lissa, "coppia di sessantenni maturi", intraprendono una specie di pellegrinaggio laico alle pendici del Vesuvio. Si spingono fino a Ercolano, e poi a Nola, poiché Filippo sente il richiamo del fantasma inquieto di Filippo Bruno, figlio di Fraulissa Savolino, entrato in convento all’età di quindici anni con il nome di fra' Giordano, che ebbe il torto di pensare con la propria testa… riuscendo a intravvedere troppe iniquità nel mondo, in quello ecclesiastico soprattutto. L’Autore ricorda quindi altre simili tragiche vicende con protagonisti uomini di pensiero, ma anche poveri diavoli come il friulano Domenico Scandella, detto Menocchio, nella cui terra, Montereale Valcellina, si recherà dopo essere tornato in Veneto. L’Autore mette a confronto quegli eventi ormai acclarati dalla storia con gli avvenimenti del proprio tempo, suggerendo al lettore che è sempre pericoloso amare l’indipendenza e la verità: si rischia di essere tagliati fuori.

Critica

Zizola conduce il lettore con la sua prosa ironica, bella da leggere perché lui è uno dei migliori conoscitori veneti della lingua di Dante, lungo gli anni della ferocia inquisitoriale. La ricerca della verità - dice l’autore - è lunga e faticosa e la tua intelligenza ti porta sempre alla solitudine. Roghi non è, però, un libro che si rivolge soltanto al passato, perché la guerra ai dissidenti è comune ad ogni epoca. Oggi non si finisce sul rogo, ma si è emarginati. Ma il rogo non cancella tutto, distrugge i corpi, non il pensiero del martire. Perché martiri devono essere considerati quegli infelici che hanno dato la vita per le loro idee.

(Sante Rossetto, La Tribuna, 4 agosto 2013)

La penna di Franco Zizola, studioso di lingua italiana e di storia del Cinquecento, è ironica, cruda e grottesca al contempo. Se nel precedente romanzo, Le favole di Isabella, omaggio alla figura di Isabella Morra, l’autore univa poesia e narrativa, con Roghi il connubio avviene tra la narrativa e la saggistica. Quest’opera così affascinante e particolare vede infatti numerose incursioni filosofiche di Spinoza, Erasmo da Rotterdam, Voltaire; ed è curioso vedere una bibliografia (e che bibliografia!) al termine di un romanzo.

(Andrea Corona)

Collegamenti

Recensione su "Libero Pensiero"

Dati dell'opera

  • Editore: Lunargento
  • Prima edizione: 2013
    Senza saper quello che fanno, per abitudine antica, tramandata da sempre nei paesi, la domenica uomini e donne indossano l’abito bello e si recano in chiesa ad ascoltare messa e predica. Si ritrovano, si salutano, si fermano sul sagrato, si scambiano chiacchiere e informazioni su tizio e caio, sui vivi e sui morti della settimana, pace all’anima sua, requiescat, requiescat, bel funerale quello di Sempronio, con tanta gente importante, di peso, sfido io…
    "Ne ammazzavano uno due tre… tutti quelli che servivano, per salvare il popolo di Dio pecorone e richiamarlo all’ordine con crudeli esempi". "Davvero?" "Crucifige! Crucifige!" "Ardi, ardi, brucia, brucia, correte gente, alzate il rogo, legna secca, secca. Fuoco, fuoco, bruciamo l’eretico, scaldiamoci un poco, ancora una volta danziamo attorno al rogo, come fosse la festa della befana, la notte dei roghi, guardiamo da che parte vanno le scintille, per trarre auspici di buona o cattiva sorte dalla carne umana bruciata, affidata al diavolo Lucifero Belzebù, speriamo che il vento porti via il fetore della morte!" Gli uomini confortatori dell’Arciconfraternita di San Giovanni Decollato 'ardevano' dal desiderio di offrire una chance di salvezza, cantando litanie, all’anima di Giordano Bruno, maledetto ostinato, prima di accendere il rogo, con legna ben secca, rovere e quercia.