Le favole di Isabella

Le favole di Isabella è un romanzo scritto da Franco Zizola e pubblicato da Lunargento nel 2002.
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Trama

Il libro narra la tragica storia della poetessa lucana Isabella Morra, vissuta a Valsinni, l'antica Favale, paesino della Basilicata, contemporanea di altre poetesse come Veronica Franco, Gaspara Stampa, Vittoria Colonna e, più tardi, accomunata ad Artemisia Gentileschi, per le quali la poesia o la pittura diventano unico conforto e fonte di riscatto. La vicenda di Isabella, uccisa dai fratelli per una presunta relazione con il nobile Diego Sandoval de Castro, fornisce all'Autore l'occasione per ripercorrere il periodo storico dell'inizio del Rinascimento, visto dalla parte di coloro che vivevano in precarie condizioni economiche, sociali e culturali, e soprattutto delle donne, sottomesse e, in qualche modo, schiave degli uomini in un'epoca in cui anche la Chiesa, che si prepara ad affrontare la Controriforma, contribuisce alla loro considerazione di inferiorità. L'Autore si sofferma a descrivere la bellezza del paesaggio, la sua antica storia risalente ai primi coloni greci e le sue tradizioni, attingendo a fonti storiche, in particolare a quelle scritte e documentate da autori locali, ancora vive nel territorio. Gran parte delle poesie di Isabella sono riportate nel romanzo e sembrano nascere da situazioni realmente vissute. In mancanza di documenti relativi alla morte della poetessa, l'Autore immagina che sia avvenuta la notte di Natale.

Critica

La scrittura di Franco Zizola è davvero singolare, fra storia, ironia, ira, grottesco e pietà. La vicenda di Isabella Morra è raccontata a scatti, in modo essenziale e con straordinaria forza di indignazione per il male della religione, delle guerre, degli uomini malvagi e stolti, dei tempi.

(Giorgio Barberi Squarotti)

Premi

"Parola di donna", 2002, attribuito dalla Regione Basilicata.

Presentazione

L'8 settembre del 2005 il libro fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia durante la conferenza stampa in occasione della proiezione del film Sexum Superando, di Marta Bifano: "Storia di una poetessa del Cinquecento. Un film e un romanzo per comprendere il pensiero femminile".

Dati dell'opera

  • Editore: Lunargento
  • Prima edizione: 2002
    Tra tutte le donne la più sola fu certo Isabella Lucana. Era nata per la scrittura e la poesia, ma le negavano plauso e gloria, che spettano solo ai maschi, non alle femmine… a meno che non la diano in corte, la potta, intendo, come malignazzo afferma Pietro l'Aretino celeberrima penna chiassosa. Avevano deciso che scrittura doveva restare vizio segreto, una cosa di cui vergognarsi, del tutto inutile: "Impara a cucire, a ricamare, piuttosto, o a sonar la ribeca! A che serve una donna che sappia di greco e di latino, e legga e scriva, legga e scriva tutto il giorno, fino a tarda ora, quando Favale arroccata tutta dorme, consumando olio per le lucerne e cera per le candele, legna per il camino?"
    Isabella si sentiva sorella di Saffo, a volte sognava di essere con lei o tra le sue allieve nel tìaso ove fanciulle suonavano, dipingevano, componevano, ed era presente la divina Afrodite nel profumo dei fiori. In quella dolce stagione mormorava fresca l'acqua tra i rami, tutto il luogo era ombroso di rose e il prato era fiorito di fiori di spigo, come a festa… L'usignolo che cantava soave era messaggero di primavera. Più fortemente provava nostalgia, perché da allora era entrata angoscia nel mondo, il male si era fatto più forte, secoli e secoli di crudeltà compiute schiacciavano gli uomini, ancora assetati di sangue, insaziabili. Un'ombra nera grava sull'umanità e copre tutto. Di certo non bastava l'acqua benedetta al fonte da don Isidoro Malopastore pretridentino a cancellare il peccato d'essere nati, assurdamente venuti alla luce nella notte scura della storia.